Federigo Enriques (1871-1946) è sicuramente una delle figure più significative nel panorama scientifico italiano, e non solo, della prima metà del Novecento. Matematico con profondi interessi culturali, filosofici ed educativi, sentì fortemente i problemi connessi con la formazione degli insegnanti, e più in generale con la scuola, ed elaborò fin dai primi anni di insegnamento un ambizioso e vasto progetto di humanitas scientifica per cui lottò con tenacia fino alla fine.
Nella prima parte del mio intervento illustrerò in primo luogo le origini epistemologiche e culturali di questo progetto profondamente radicate nella filosofia e nella storia della scienza, la sua graduale maturazione negli anni trascorsi a Bologna, le connessioni con la ricerca scientifica, e le sue ricadute sulla visione dell’insegnamento della matematica.
Particolare attenzione verrà riservata all’interazione con Felix Klein e all’influenza delle sue vedute.
Nella seconda parte cercherò di offrire un quadro il più possibile articolato dell’impegno di Enriques nella formazione degli insegnanti e delle differenti strategie – istituzionali, didattiche, culturali, editoriali – da lui messe in opera per la sua realizzazione, mostrando il ruolo crescente della storia della scienza, l’attenzione a pubblici diversi – professori universitari, insegnanti, filosofi, scienziati, politici – e l’apertura a un dialogo internazionale in opposizione ad ogni forma di isolamento nazionalistico durante il Fascismo.
Sala dei Mappamondi, ingresso da Via Accademia delle Scienze 6
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